lunedì 21 aprile 2008

ATTRAVERSIAMO UN DESERTO VUOTO

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Tu a fianco a me,
attorno a noi è un pullulare di gente senza volto;

senza occhi per guardare,
senza bocche per parlare,
frasi sconnesse,
risate ammiccanti,
di un’intesa per pochi,
occhi che si schivano e riprendono il loro peregrinare cieco, sordo, muto.
Bambini trattenuti: - Attento un cane grosso!-
Bambini distratti, anche loro piccoli estranei,
piccolo popolo di un deserto vuoto da attraversare,
senza scopi, senza desideri, senza sorprese, senza…
Unica musica, in questo disordine di indifferenza umana, il ticchettio delle tue unghie sull’asfalto, che segnano il ritmo spedito del nostro andare. Ci arrestiamo per far passare le auto, ti do il siedi e tu mi guardi e siedi… biscotto, sorriso…
Onda:- Suvvia, io ci sono…. -
Angela: -E’ desolante….
Onda: - Sì…

Ripartiamo all'unisono,
gli ambulanti del mercatino delle pulci raccolgono le loro cose.
Occhi bassi, intenti nel loro lavoro,
nessuno ci vede,
ancora tanto, tanto vuoto,
rotolano buste di plastica dimenticate, buttate, come nel deserto texano danzano nel vento della sera.

Incontriamo Laura con il suo piccolo Marco….
La nostra prima oasi.
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Marco tende le sue manine dall’alto del seggiolino della bici di Laura.
Mani che vorrebbero affondare nel tuo pelo morbido, folto e lucente, nessun “Attento” nessun “Non ti sporgere” solo sorrisi, parole vive, gonfie di significato.
Un incontro, un bicchier d’acqua…
Onda: - Che bello! – scodinzoli e sorridi.
Angela: - Finalmente! – sorrido e biscotto, quasi quasi ne mangerei uno anch’io, per essere più unita a te..

Ritorniamo, di nuovo allo stesso scenario, fatto di corpi guidati da teste che sono altrove, lontano, o che forse si accontentano del deserto, unico modo che conoscono per vivere…

La nostra seconda oasi.
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Bimbi stranieri, forse rom, si fermano ti accarezzano veloci, perché i grandi li lasciano indietro, e domande:

- Morde? Come si chiama? Quanti anni ha? Posso accarezzarla, bella Onda, stai qui Onda…. –
Non aspettano le risposte, le sentono dentro le risposte. Manine che toccano delicatamente e sorrisi sdentati. Ti sfiorano anche il tartufo, i denti, tranquilli, sei Onda e lo sentono nel cuore…
Onda: - Ci conosciamo? Sì ci conosciamo… -
Angela: (le parlo con gli occhi) – Sii paziente, dai, chissà da quanto lo desiderano un contatto vero, un contatto vivo…
Onda: (occhi negli occhi) – Tranquilla, tranquilla… -

L’ultima oasi, vista da lontano, ma la più dissetante.
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Nella piazza di una chiesa, un gruppo colorato di giovani siede in terra, in cerchio, coi loro zaini alle spalle, si guardano, ridono, parlano, comunicano… loro sanno ancora comunicare…
Un’agape, un convivio, allegro e vivo.
Loro sono nell’oasi e comunicano.
Ricordano i branchi di lupi, che riposano sulle alture e condividono le avventure della giornata…

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Le nostre radici, in questo deserto non si sono ancora seccate…
C’è una speranza per noi, che siamo come tuareg, in questo deserto affollato di vuoto, in questa vita fatta di ossimori, di contraddizioni e assurdi.

Mi vorrei fermare a telefonare, ti do il siedi e ti rifiuti,
solo dopo mi accorgo che sono sul lato sbagliato, arrivano le auto e tu mi trascini sul lato opposto, dove c’è uno spazio tutto per noi. Grazie !!!
Siamo guide che si scambiano i ruoli e chi si fidano l’una dell’altra.
Siamo membri di un branco in via di estinzione e siamo ospiti di un deserto vuoto, ma torneremo nel bosco!!!
Bosco arriviamo!!!!
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(... attraversare un deserto vuoto...cit. da "City", A. Baricco ed. BUR )